Il dott. arch. Gilberto Oneto, uno dei più importanti ideologi della Lega Nord, ha pubblicato una sua riflessione sul Risorgimento e su Garibaldi che sembra scritta da un neo borbonico. La retorica storiografica sul periodo dell’unità italiana ormai fa acqua da tutte le parti e solo i più ottusi e mercenari tra gli intellettuali perseverano nella versione di menzogne forgiata da Benedetto Croce & C. a fine Ottocento. Sarebbe necessario far girare lo scritto in tutti i consigli comunali, specialmente del Sud, per suscitare finalmente il coraggio di incominciare l’iconoclastia dei monumenti e della toponomastica risorgimentale!
Riportiamo l’apertura dell’articolo denominato “Risorgimento. Dove sta l´imbroglio”.
“Non passa giorno che qualche autorevole signore ci ricordi che il cosiddetto Risorgimento costituisce un valore condiviso. Di Risorgimento hanno riempito libri di scuola, strade e piazze, e ci si riempiono la bocca. Quando qualcosa non funziona (cioè sempre) si tirano fuori uomini e ideali del Risorgimento. Il Risorgimento è così una sorta di gigantesca foglia di fico che copre tutto: al Risorgimento si rifanno i liberali storici, i nazionalisti, i fascisti, le sinistre e da un po’ anche i cattolici cui logica e storia consiglierebbero altri riferimenti.
Il Risorgimento è per definizione bello, popolare, e ovviamente patriottico: la parola stessa vuole indicare un intero popolo e una nazione che sono risorti dallo sgabuzzino maleodorante cui li avevano rinchiusi la storia e un destino cinico e baro.
Si sventola il tricolore e si canta “La bella Gigogin” e tutto diventa bello e pulito: gli eroi sono fulgidi, i combattenti impavidi, i “Padri della Patria” ispirati e disinteressati. I termini di Italia e Patria si coniugano all’unisono dal Volturno a Caprera, da San Martino a Porta Pia.
Tutto un popolo – ci dicono – s’è desto e dell’elmo di Scipio s’è cinto la testa (la rima funziona solo al femminile ma la sostanza patriottica è la stessa). Da qualche tempo però storici guastafeste stanno smascherando il grande imbroglio nazionale, tirando fuori strani finanziamenti, lo zampino di potenze straniere molto interessate, le porcherie, le violenze, le ruberie, l’inizio di un andazzo che continua gloriosamente fino a oggi. Anche i numeri vacillano sotto il revisionismo, anzi ne sono diventati uno degli strumenti.”
E’ vero che da Nord a Sud la revisione storica sta frantumando le bugie risorgimentali ma gli ingenti sono ben differenti. Ecco perché non ci sarà mai quell’effetto a tenaglia per abbattere la condivisione del mondo delle menzogne richiamata dal capo dello stato. Ma per rompere un guscio non è necessario la ganascia, basta un colpo ben assestato, magari di provenienza anti-nord!…
Il Sanfedista