I RAZZISTI DELLO SPELLING
I colonizzatori tosco-padani hanno ormai invaso tutti i campi per denigrare tutto quello che sta sotto il Tronto e il Garigliano. Anche se la lingua italiana non necessita dello spelling, indispensabile per quella confusionaria inglese, ai tempi nostri è sempre più opportuno compitare, cioè scandire sillabe e lettere, in certi casi specifici come la trasmissione a voce del codice fiscale (marchio satanico imposto a tutti i cittadini) e delle targhe automobilistiche che ormai usano tutte le vocali e consonanti.
Ebbene l’elenco pronunciato universalmente in questo stato è il seguente:
A come Ancona
B come Bologna
C come Como
D come Domodossola
E come Empoli
F come Firenze
G come Genova
H come Hotel o acca
I come Imola
L come Livorno
M come Milano
N come Napoli
O come Otranto
P come Padova
Q come Quarto
R come Roma
S come Savona
T come Torino
U come Udine
V come Venezia
Z come Zara
J come I lunga
K come cappa
W come doppia vu
X come ics
Y come ipsilon
Le ultime cinque sono relativamente recenti per le auto e per l’aumento progressivo di stranieri naturalizzati. Le altre concedono solo rare eccezioni come Palermo per P, zeta per Z; evitando il ricorso a nomi di città straniere che farebbero solo emergere l’ignoranza generale in geografia del ricevente.
Molti anni fa questa importante tematica fu affrontata dallo scrivente in un giornale, IL SUD, che diffuse per un periodo purtroppo non superiore al biennio le idee duosiciliane che stavano manifestandosi. Riprendo adesso l’argomento perché molto attuale nel periodo in cui il nazionalismo dei padri nostri sta diffondendosi irresistibilmente, in maniera che possiamo armarci di un altro strumento per difendere la nostra identità conculcata.
I toponimi adoperati a nord come a sud per compitare sulle 21 lettere base citano solo Napoli (troppo famosa) e Otranto (perché difficilmente cambiabile) come rappresentanti del settore geografico dell’odierno meridione. Prima di giungere alla lista duosiciliana, bisogna riconoscere obiettivamente per l’Italia l’ammissibilità di Firenze, Genova, Milano, Roma, Torino, Udine, Venezia. Ma come è possibile elevare luoghi come Como, Empoli, Imola, Livorno, Savona al posto di città meridionali di gran lunga più note e importanti ? Como invece di Catania, Caserta, Cosenza? Empoli invece di Eboli? Imola invece di Isernia o Itri? Livorno invece di Lecce? Savona invece di Salerno o Siracusa? Assurdo!
Addirittura c’è Domodossola che è conosciuta solo a chilometro zero, Zara della Croazia e Quarto suppongo dei Mille! Pensiamo invece a Diamante, a Zafferana e a Quarto di Napoli.
C’è una tutt’altro che sottile vena di razzismo in questa scelta italica, corroborata da tanto di dizionario tricolore, per far sprofondare nel dimenticatoio le grandezze delle perle dei territori napolitani e siciliani con una sorta di emendamento lessicale tutto di stampo settentrionale.
Ovviamente mi capita spesso di sillabare il mio non comune cognome, oltre all’astruso codice fiscale, con stretta osservanza dei paesi della nostra terra. Avverto subito un grande disagio nell’interlocutore, sovente estero rispetto a noi, e poi un rinsavimento crescente con apprezzamento dell’orgoglio di un meridionale per caso.
Oltre alle grandi battaglie storiche e del Comprasud, facciamo anche la battaglia della compitazione sbattendo nelle orecchie vergini dei conformisti tutte le nostre città senza nulla concedere a loro, nemmeno quelle due su ventuno di cui sopra.
Una lista vincente potrebbe essere questa, in cui si tralasciano le lettere esotiche da pronunciare come si scrivono. Naturalmente ognuno potrà cambiarla o integrarla secondo le sue simpatie locali. L’importante è salvare lo spirito di questa azione che alimenta fortemente il nostro orgoglio duosiciliano:
A come Aquila
B come Bari
C come Catania
D come Diamante
E come Eboli
F come Foggia
G come Gaeta
I come Isernia
L come Lecce
M come Messina
N come Napoli
O come Otranto
P come Palermo
Q come Quarto
R come Reggio
S come Salerno
T come Taranto
U come Ustica
V come Vasto
Z come Zafferana
Vincenzo Gulì