Ricordiamo orgogliosamente che 164 anni fa la cittadella di Messina resisteva ancora dopo la capitolazione del governo borbonico a Gaeta. Il 12 marzo 1861 non fu più possibile protrarre la resistenza e furono intavolate trattative di resa, tra l’impavido gen. Fergola e il macellaio criminale Cialdini, che portarono all’indomani ad ammaninare l’ultimo vessillo duosiciliano nell’isola. Nell’immagine una rara incisione che riproduce lo scoppio della polveriera per l’impari lotta di artiglieria tra i vetusti cannoni lisci dei difensori e i moderni cannoni rigati degli attaccanti. Lo spirito degli eroici combattenti per Re Francesco II era comunque alto e fermo come testimoniano questi versi di una canzone (superbamente composta in un misto di napoletano e siciliano) urlata dagli spalti della fortezza come riportato dall’anziano soldato regio Domenico Giampino.
La foto da una pubblicazione del compiantissimo Franz Riccobono che aggiunge anche la reale bandiera di combattimento.
P.S. una descrizione dell’assedio tratta da Il Saccheggio del Sud al link https://www.parlamentoduesicilie.eu/wordpress/?page_id=5047